Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/732

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724 esercitazioni filosofiche


stiate non dirò persuaso  1, ma libero dal più affaticar la mente per sostenere il vostro detto invano, pigliate due pietre, una per mano, o tenendo una  2 alta dal pavimento un sol braccio e l’altra un braccio e mezzo, lasciatele  3 cadere, aprendo le mani nell’istesso momento, e notate con l’udito le percosse loro, che assolutamente e sensatamente lo sentirete distinte l’una dall’altra: e veduta questa esperienza, se poi vorrete persistere in asserire che i tempi  4 delle cadute da 100 braccia di altezza di due mobili, de’ quali, quando l’uno percuote in Terra, l’altro, secondo voi ed Aristotile, si trova alto braccia 99, siano tanto brevi che non si possa notare se siano eguali o sommamente disuguali, tal sia di voi.

5. Ma che diremo, per il quinto notando, dell’impeto che vi trae a smaccar me tanto precipitoso, che vi fa prima dar di urto ad Aristotile? Voi scrivete che il volere osservare e distinguere le proporzioni di queste diverse velocità è cosa manchevole e di nessun momento, perchè la vista non basta a dividerle per la brevità del tempo. Ma Aristotile, Signor mio bello, è stato quello che, prima di me, con la vista, e non con altro mezzo, ha fatto tal compartimento; eccovi le sue parole: Videmus enim, idem pondus atque corpus velocius ferri propter duas causas  5: aut quia id differt per quod, ut per aquam aut terram aut aërem, aut quia id differt quod, fertur, si alla sint cadem, propter excessum gravitatis aut levitatis. E più a basso comincia pur dal  6 senso della vista: Videmus  7 enim, ea quae maiorem impetum habent aut gravitatis aut levitatis, si quo ad alla similiter se haheant figuris, citius ferri per aequale spatium, et secundnm ratìionem quam habent magnitudines ad invicem. Non son dunque  8, in questo, più manchevole d’Aristotile: anzi pur ad esso solo riguarda la vostra saetta, che dice aver con la vista osservato, il compartimento della disugualità delle velocità seguire la proporzione delle gravità: che io non ho avuto mai bisogno di fare, nè di dire che si faccia, cotali  9 compartimenti, e solo ho detto che tali mobili passano il medesimo spazio nell’istesso tempo; esperienza, che non solo la vista, ma l’udito e il tatto ancora possono perfettamente conoscerla.

  1. non voglio dir persuaso, M 3.
  2. tenendo l’una, M
  3. e l’altra ½, lasciatele, M; e l’altra uno e mezzo, lasciatele, L
  4. persistere che i tempi, V
  5. propter secundas causas, V. M, L. Il testo citato di Aristotile ha duas causas (Aristotelis ... De physico auditu ... Venetiis, apud Plinium Petramsanctam, M.D.LIIII, lib. IV, tex. 71).
  6. comincia prima dal, V
  7. vista, t. 74: Videmus, M
  8. son dunque io, M; sono io dunque, L
  9. tali, M, L — e solamente, M, I.—