Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/744

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736 esercitazioni filosofiche


nel toccamente del mezzo fluido e della superficie  1 del corpo mobile, la quale pare che non possa esser mai così densa e liscia  2, che le sue porosità e scabrosità non trovino qualche intoppo nel soffregarsi col mezzo, come sensatamente si vede in un solido, il quale, ridotto sul torno a rotondità quanto più perfetta si possa, nel girar velocemente sopra i medesimi poli del torno mena  3 qualche poco di vento, e non per altro che per gli urti della scabrosità e porosità sua che  4 si fanno nel mezzo ambiente; e questa tal resistenza è tal volta tanta, che nell’ acqua ritarderebbe il moto delle barche assai notabilmente, e però usano con materie bituminose spalmare  5. Tale impedimento è ben necessario che sia piccolissimo, poi che ei non è potente a proibire interamente il moto di verun mobile, benchè, per il suo minimo eccesso di gravità sopra il mezzo, non abbia se non languidissima propensione  6 allo scendere: e dico piccolissimo e quasi nullo, mentre il movimento sia tardissimo; ma quando ei debba esser veloce, la resistenza di quello si accresce.

Da questi nominati impedimenti del mezzo derivano tutte le alterazioni e deviazioni do? movimenti de’ nostri mobili materiali dall’ unica e semplice natural regola, a tutti comunissima, la quale sarebbe che tutti, partendosi dalla quiete, scendessero verso il centro della Terra con moto continuamente accelerato in duplicata proporzione de? tempi, come io dimostro nella mia nuova scienza del moto.

Ma cotal regola vien, primieramente, in modo tale alterata dal mezzo, che a moltissimi mobili vien totalmente levato il moversi verso il centro, cioè a tutti quelli la gravità in specie de’ quali non sia maggiore della gravità del mezzo; e tutti i men gravi vengono dalla gravità del mezzo (intendendo sempre de’ moti ne i fluidi) estrusi  7 e scacciati insù. A quelli poi che, superando la gravità del mezzo, discendono in virtù dell’eccesso del lor peso, vien perturbata la regola della loro accelerazione, la quale non può perpetuarsi secondo la proporzione de’ numeri impari; e ciò proviene  8 dal crescere sempre l’ostacolo e resistenza  9 del mezzo all’essere aperto, secondo che cresce la velocità del mobile: però ne’ mobili di materie molto gravi, in movimenti non molto lunghi, la detta proporzione quasi inosservabil-

  1. dalla superficie, M
  2. così tersa e liscia, L
  3. medesimi posti mena, M
  4. della sua scabrosità o porosità che, F; della sua scabrosità che, L
  5. spalmarle, L
  6. se non mimina propensione, L; se non languidezza, ma propensione, F
  7. sempre de’ moti fluidi) estrusi, M; sempre di corpo fluido) estrusi, L
  8. ciò previene, M
  9. o resistenza, F