Pagina:Le opere di Galileo Galilei VIII.djvu/304

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306 PISCOKSI E DIMOSTEAZIONI MATEMATICHE

quod semper idem est, nempe 25000000, residuum est 2928796, cuius ra- dix quadrata 1710 proxme, Haec dimidiae bo, nempe 5000, addita, exìii- het 6710 ; tantaque est altitudo bf.

Non erit inuiUe, tertiam exponere tabulam, aMUudines et sublimUates contmentmi semiparabdamm, qmrum eadem futura sit amplUudo,

SAGR. Questa vedrò io molto volentieri, mentre che per essa potrò venir in cognizione della differenza de gl’impeti e delle forze che si ricercano per cacciar il proietto nella medesima lontananza con tiri che chiamano di volata; la qual differenza credo che sia grandissima secondo le diverse elevazioni: sì che, per esempio, se altri volesse alla elevazione di 3 o 4 gradi, o di 87 o 88, far cader la palla dove fu cacciata alla elevazione di 45 (dove si è mostrato ricercarsi l’impeto minimo), credo si ricercherebbe un eccesso immenso di forza.

SALV. V. S. stima benissimo; e vedrà che per eseguire l’opera intera in tutte l’elevazioni, bisogna andar a gran passo verso l’impeto infinito. Or veggiamo la costruzzione della tavola.