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GALILEO ad ALESSANDRO MARSILI in Siena.

Arcetri, 10 gennaio 1637.


Bibl. Naz. Fir. Cod. Magl. Cl. VIII, 7, 832 (Lettere di Uberto Benvoglienti ad Antonfrancesco Marmi), car. 182. — In una lettera autografa di Uberto Benvoglienti ad Antonfrancesco Marmi, da Siena, 10 marzo 1717, si legge:


«Ill.re Sig.re Sigr Pd.e Col.mo

È un so che tempo che V. S. Ill.ma mi scrisse che costà si stampavano l’opere del Galileo, e che averebbono desiderato sapere se qua vi fusse del medesimo qualche cosa. A questi giorni, andando nella libreria di casa Marsili, mi mostrarono tre o quattro lettere del Galileo scritte ad uno di casa loro, che fu lettore a Pisa. Queste lettere, fuori d’una, non contengono che cose familiari, la lettura delle quali nulla importa a’ letterati; ma in una v’è della curiosità. Questa è scritta da una sua villa, i 10 di Gennaio 16361 (Da quello che quivi si legge, si riconosce che in questo tempo la dottrina del Galileo era attaccata ed era sub iudice; fra l’altre cose quivi si legge:

Io sono intorno alla terza parte delle mie speculazioni intorno al moto, che è quella de’ proietti.

Quest’uomo si lamenta di dover esser giudicato da chi, dice egli, è

ignudissimo di queste cognizioni.

E più sotto, parlando allegoricamente, soggiunge:

che forse il fortunale che occupa buona parte dell’Europa non croscia per tutto egualmente, nè sempre durano i cattivi influssi.

Questa lettera forsi sarebbe degna di vedersi alla luce, ma non mi penso che se n’otterrà mai licenza; ma quando piacesse e non vi fusse intoppi, io vedrei d’averla e mandarla, altrimenti io non ne farò passo alcuno».

  1. Di stile fiorentino.