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Dell’amoroso e diligente governo de’ Quadri.


II

Quadri servono ai Pittori, come i libri agli Uomini di lettere. Se i libri sono buoni, arricchiscono la mente di verità e di lumi; se il contrario, la ricolmano di storte massime e di pregiudizj. Similmente dai Quadri eccellenti si apprendono le finezze e le perfezioni dell’Arte; e gli ordinarj e triviali ingombrano il senso comune d’idee insulse sformate e a quel vero opposte, che la Natura giornalmente ci presenta alla vista.

I Quadri di Uomini illustri, e spezialmente di quelli che fiorirono ne’ due secoli prossimamente scaduti, che furono i secoli d’oro della Pittura, non solamente debbonsi riguardare come uno de’ principali ornamenti della Città, ma ancora come scuola sempre aperta ai Giovani studiosi: potendo eglino coll’assiduo studio sopra tali eccellenti Esemplari diventar Pittori e Pittori di grido, senza l’incomodo e la spesa de’ viaggi in rimote contrade. Quella verità sì altamente penetrò nell’animo de’ saggi nostri Antenati, che temendo di restar privi per vendita della famosa Tavola di Lorenzo Lotto