Pagina:Le poesie Antonio Fogazzaro.djvu/23

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la lettera 21

Candidi. Se il saper, se il forte ingegno
Aggiungi ond’è già chiaro, a pochi invero
Si potrebbe agguagliar» Tacque un istante
La signora Maria come dubbiosa
E guardava la figlia. «Nè gli nuoce
Il largo censo.» Trasali Miranda.
Si affrettava in silenzio lungo il rio,
Volgendo il capo all’acque. Ella sentiva
Dentro salirsi una confusa ebbrezza
E la premea con impeto per tema
Della madre presente e per l’istinto
Che la subita speme in tutti affrena.
Cosi toccâr l’estremo orlo de’ prati,
Ove li parte il mobile ruscello
Da’ curvi solchi. Per convolte glebe
Quattro bovi traean l’aratro, tardi
Occupando il terren coll’unghie vaste
Ed agitando la gran testa. Docili
Alla voce ed al pungolo, torceansi
In su a rifar la faticosa via.
Ed il gastaldo che seguia da lato
Il cammin dell’aratro, frettoloso
Venne, scoverto il capo, alla padrona.
«Si compiaccia venir Vossignoria
Sull’argin del torrente, ove la piena
Ultima rôse. Tutto si scoscende;
Stanotte pur ne rovinò gran parte.»
A Miranda la madre allor si volse.
«Tu ritorni?» le disse. «Sì», rispose