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Pagina:Le poesie religiose.djvu/134

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128 POESIE RELIGIOSE


Ma già dall’Erice devoto un’aura
     Manda l’eterna deità di Venere
                    15Alle deserte rive:
Ecco, la memore gramaglia scingono
     L’oretèe genti, e fra nuziali rèsine
                    18La gioja alma rivive.

Quando, con simile vicenda, gl’itali
     Petti sgombrerai tu, superba ignavia,
                    21Peste de’ cori? Quando
Fia che i mortiferi lacci si sciolgano,
     Per che il novo latin sangue congelasi
                    24In ozio miserando?

Ahi, nè decrepite fibre, ma giovani
     Polsi e i migliori usurpi; e il volto lubrico
                    27Chiuso di larva infida,
Dalla purpurea reggia a la squallida
     Casa discorri, e spargi intorno il fàscino
                    30Del tuo sonno omicida.

Ignoranza improba, tua mercè, vegeta,
     Madreporica selva, in cui lussuria
                    33Gli acri nocchieri insidia;
Tende al malefico tuo flato i viscidi
     Tralci, polipo immane, e attorce e soffoca
                    36Ogni virtù l’invidia.