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le poesie 125

     Il tuo culto sprezzar, no, non poss’io:
Ma scosso appena dalle gialle fronde
120Avrà l’Autunno il lor ramo natio,
     Che tu darai le spalle a queste sponde,
E d’altro filo tesserai la vita
123Ove Città sovrana esce dell’onde.
     Nè però dal tuo core andrà sbandita
La voglia di tornare al bosco e al campo,
126Tosto che torni la stagion fiorita.
     E se nol vieta di due ciglia il lampo,
Se una dolce eloquenza non ti lega,
129Ti rivedrò; nè temo d’altro inciampo.
     Ciò detto, in piè levossi; ed io: Deh! spiega,
Se ancor mi s’apparecchia al core un dardo.
132Ella già mossa: Il labbro tuo mi prega
     Di quel, che dubbio pende anco al mio sguardo.