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134 | le poesie |
Nel Greco marmo e respirante, ed ora
Ne’ Veneti color tepida e viva.1
Quindi le logge passeggiar di Pitti
Braccio con braccio, e del maggior Fiammingo60
Condannando ammirar le tinte audaci,
E quai veggiamo a Silia, ed a Quartilla
Tutti raccesi di cinabro i volti.2
Ma dove lascio io te, non pinta, o sculta,
Ma viva e vera d’Albiòn Minerva,65
Che ora di tua presenza orni il natío
Nido del Precursor del tuo Neutono?3
Scarco mi sentirei del mortal peso,
Se Fortuna tra voi terzo mi fesse,
Qual già mi feo sovra l’Adriache sponde,70
Dolce ed amara rimembranza! Oh come
Correria pronta la mia mano al plettro
Presso all’inclita Donna, e a quel, che donna
Giunse a chiamarla, sua, Spirto canoro,
- ↑ La Venere de’ Medici e la Venere di Tiziano.
- ↑ È noto il colorire del Rubens.
- ↑ La Signora Thrale Piozzi, che scrisse eccellentemente la prosa e poesia inglese, e che allora trovavasi nella patria del Galilei.