Pagina:Le prose e poesie campestri....djvu/208

Da Wikisource.
192 le poesie
XII.


     Oh così dolcemente della fossa
Nel tacito calar sen tenebroso,90
E a poco a poco ir terminando io possa
Questo vïaggio uman caro, e affannoso.
Ma il dì, che or parte, riederà: quest’ossa
Io più non alzerò dal lor riposo;
Nè il prato, e la gentil sua varia prole95
Rivedrò più, nè il dolce addio del Sole.

XIII.


     Forse per questi ameni colli un giorno
Moverà Spirto amico il tardo passo,
E chiedendo di me, del mio soggiorno,
Sol gli fia mostro senza nome un sasso100
Sotto quell’elce, a cui sovente or torno
Per dar ristoro al fianco errante e lasso,
Or pensoso ed immobile qual pietra,
Ed or voci Febèe vibrando all’etra.