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202 le poesie
XVI.


     Poi sorta, e in cocchio d’ebano, frenando
Sei destrier bruni con la manca mano,
E con la destra argenteo scettro alzando,
Regina uscisti fuor dell’Oceàno,
Coronata di stelle, e dispiegando
Manto gemmato per l’etereo vano,
E con impressa nella fronte nera
La soave di Cintia argentea sfera.

XVII.


     Salve, gran Dea: te da sue torri onora
L’osservator d’arcani vetri armato,
Se mai qualche tua gemma ignota ancora
Nel velo, o nel crin tuo scoprir gli è dato.
Ma tutta rimirarti, e tutte a un’ora
Goder le tue bellezze è a me più grato.
Notte, de’ vati, e cor teneri amica,
Coroni il nome tuo la mia fatica.