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XLVI.

IL GUADO

IDILLIO


     Fiume che scendi giù dal Bolognese,
Fiume dall’acqua cristallina e cheta,
O caro fìumicel del mio paese,
Tu sol m’hai fatto diventar poeta:
Tra i floridi giuncheti e la cortese
Delle tue fresche rive ombra segreta.
Tra la verdura tua serrata e folta
Ho conosciuto amor la prima volta.

     Sovra la sabbia d’òr della tua sponda
Con un fruscio gentil l’acqua fuggiva,
E là dov’è pili chiara e men profonda
Noi dovevam passar sull’altra riva.
Ella cantava e la canzon gioconda
Laggiù, laggiù tra i salici moriva:
Ella era bionda, bella ed io l’amavo;
Glielo volevo dire, e non l’osavo.