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XXVIII.
F. Coppée.
Domani ella verrà! — Domani è certo
Che il tempo mi parrà lungo, mortale,
Quando commenterò sull’uscio aperto
Ogni passo che suoni in sulle scale.
Verrà! Verrà! Ma perchè dunque, incerto,
Palpito e tremo come un collegiale?
Ah, purché tutto non sia già scoperto!
Purché la mamma non sospetti il male I
Dentro una voce susurrarmi sento:
Verrà.... doman verrà! Chi più l’aspetta
Lo ritrova più dolce il gran momento!
Come calda sarà la prima stretta
Della sua man tremante e lo spavento
De’ primi baci dietro alla veletta!1
- ↑ Veramente sull’ultima parola di questo sonetto nell’originale è una cancellatura: ma nessuna parola fu sostituita. Sappiamo bene che veletta nel senso di piccolo velo e specialmente di quello che portano le donne sul cappellino, non è voce ortodossa, anzi gallicismo atroce, ma non oseremmo metter le mani in roba d’altri. Chi in queste cose soffre il solletico, chiuda gli occhi e immagini una filza di puntini.
O. G.