Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/130

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PARTE. 47

     95In stato la più nobil monarchia.
     Quanta gloria ti fia
     Dir; Gli altri l’aitar giovene, e forte;
     Questi in vecchiezza la scampò da morte!
Sopra ’l monte Tarpeo, Canzon, vedrai
     100Un cavalier, ch’Italia tutta onora;
     Pensoso più d’altrui, che di se stesso.
     Digli: Un che non ti vide ancor da presso,
     Se non come per fama uom s’innamora;
     Dice che Roma ogni ora
     105Con gli occhi di dolor bagnati, e molli
     Ti chier mercè da tutti sette i colli.


CANZONE XII.


P
Erch’al viso d’Amor portava insegna,

     Mosse una pellegrina il mio cor vano;
     Ch’ogni altra mi parea d’onor men degna:
E lei seguendo su per l’erbe verdi,
     5Udì dir alta voce di lontano;
     Ahi quanti passi per la selva perdi!
Allor mi strinsi all’ombra d’un bel faggio,
     Tutto pensoso; e rimirando intorno,
     Vidi assai periglioso il mio vïaggio:
     10E torna'indietro quasi a mezzo il giorno.