Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/184

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P A R T E. 101

     Dolce nella memoria,
     Una pioggia di fior sovra ’l suo grembo;
     Ed ella si sedea
     Umìle in tanta gloria,
     45Coverta già de l’amoroso nembo:
     Qual fior cadea sul lembo,
     Qual su le treccie bionde;
     Ch’oro forbito, e perle
     Eran quel dì a vederle:
     50Qual si posava in terra, e qual su l’onde:
     Qual con un vago errore
     Girando parea dir, Qui regna Amore.
Quante volte diss’io
     Allor pien di spavento,
     55Costei per fermo nacque in paradiso!
     Così carco d’obblio
     Il divin portamento,
     E ’l volto, e le parole, e ’l dolce riso
     M’aveano, e sì diviso
     60Dall’imagine vera.
     Ch’i’ dicea sospirando,
     Qui come venn’io, o quando?
     Credendo esser in ciel, non là dov’era.
     Da indi in qua mi piace
     65Quest'erba sì, ch’altrove non ho pace.
Se tu avessi ornamenti quant’hai voglia,
     Poresti arditamente
     Uscir del bosco, e gir in fra la gente.


CANZONE XXVIII.


I
N quella parte dove Amor mi sprona,

Conven ch’io volga le dogliose rime,
Che son seguaci della mente afflitta.
Quai sien ultime, lasso, e qua’ sien prime?
5Colui che del mio mal meco ragiona

Mi