Senno e Modestia a l’altre due confine,
Abito con Diletto in mezzo ’l core,
Perseveranza e Gloria in su la fine; 85Bella Accoglienza, Accorgimento fore,
Cortesia intorno intorno e Puritate,
Timor d’infamia e Desio sol d’onore,
Penser canuti in giovenile etate,
E, la concordia ch’è sì rara al mondo, 90V’era con Castità somma Beltate.
Tal venia contr’Amore e ’n sì secondo
Favor del cielo e de le ben nate alme,
Che de la vista e’ non sofferse il pondo.
Mille e mille famose e care salme 95Torre gli vidi, e scuotergli di mano
Mille vittorïose e chiare palme.
Non fu ’l cader di subito sì strano
Dopo tante vittorie ad Aniballe
Vinto a la fin dal giovine Romano; 100Non giacque sì smarrito ne la valle
Di Terebinto quel gran Filisteo
A cui tutto Israel dava le spalle,
Al primo sasso del garzon ebreo;
Né Ciro in Scizia, ove la vedova orba 105La gran vendetta e memorabil feo.
Com’uom ch’è sano e ’n un momento ammorba,
Che sbigottisce e duolsi, o colto in atto
Che vergogna con man dagli occhi forba,
Cotale era egli, e tanto a peggior patto, 110Che paura e dolor, vergogna et ira
Eran nel volto suo tutte ad un tratto.
Non freme così ’l mar quando s’adira,
Non Inarime allor che Tifeo piagne,
Non Mongibel s’Encelado sospira. 115Passo qui cose glorïose e magne
Ch’io vidi e dir non oso: a la mia donna
Vengo et a l’altre sue minor compagne.