Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/376

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DELLA MORTE. 293

190Con parecchi altri (e fummi ’l nome detto
     D’alcun di lor, come mia scorta seppe)
     Ch’avean fatto ad Amor chiaro disdetto:
Fra gli altri vidi Ippolito e Joseppe.


DEL TRIONFO


DELLA MORTE


CAPITOLO PRIMO.


Quella leggiadra e glorïosa donna,
     Ch’è oggi ignudo spirto e poca terra
     E fu già di valor alta colonna,
Tornava con onor da la sua guerra,
     5Allegra, avendo vinto il gran nemico,
     Che con suo’ ingegni tutto ’l mondo atterra,
Non con altr’arme che col cor pudico
     E d’un bel viso e de’ pensieri schivi,
     D’un parlar saggio e d’onestate amico.
10Era miracol novo a veder ivi
     Rotte l’arme d’Amore, arco e saette,
     E tal morti da lui, tal presi e vivi.
La bella donna e le compagne elette,
     Tornando da la nobile vittoria,
     15In un bel drappelletto ivan ristrette.
Poche eran, perché rara è vera gloria;
     Ma ciascuna per sé parea ben degna
     Di poema chiarissimo e d’istoria.
Era la lor vittorïosa insegna
     20In campo verde un candido ermellino,
     Ch’oro fino e topazi al collo tegna.
Non uman veramente, ma divino
     Lor andar era e lor sante parole:
     Beato s’è qual nasce a tal destino.
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