Pagina:Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi.djvu/11

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In ciò risiede, secondo ogni probabilità, la causa della relazione che la signora Diotallevi fece coll’aiutante di campo dell’Imperatore dei Francesi, il conte di Goyon, già comandante il corpo di occupazione a Roma. Questa relazione di cui nella minuta del Collemassi si dà l’origine ad una causa politica, è veramente incontrastabile per ciò che riguarda il fatto, giacché fra le carte venute in potere del Comitato esistono diverse letterine dirette dal generale De Goyon alla Diotallevi, e che come oggetto di curiosità vengono cogli altri documenti pubblicate nel presente opuscolo. Basti averle fatte conoscere al pubblico; e se per esse e per quanto si trova scritto nella indicata minuta a proposito del famoso aiutante di campo dell’Imperatore dei Francesi, crede questi che possa restarne o menomata od almeno adombrata la dignità sua, egli sei veda, e, se crede, provveda. In via di illustrazione si aggiunge soltanto che a monsignor De Merode, memore forse del noto schiaffo morale, parvero sì curiose quelle letterine che, avendole avute in mano prima che passassero al Tribunale della Sacra Consulta, le credette degne di essere fotografate.

Questa relazione del generale conte De Goyon colla Diotallevi non era certo ignota al Comitato Nazionale, a cui la stessa signora faceva pervenire in modo assai indiretto quelle letterine, che per combinazione trovavansi presso il Venanzi allorché fu arrestato. E qualora pur fosse vero che l’aiutante di campo dell’Imperatore intendesse di valersi di madama Diotallevi anche come d’istrumento di polizia contro il partito liberale ed a vantaggio della legittimità; è pur vero che qualora il Comitato non fosse costretto a mantenersi riservato su questo particolare entro certi limiti chela prudenza gli impone, potrebbe provare coi fatti alla mano che il Generale riuscì a fine ben diverso da quello che, secondo la Diotallevi, si sarebbe proposto di conseguire Può però in genere affermare e positivamente, che mentre in realtà giunse il Comitato a sapere per mezzo della Diotallevi

    soggetti famosissimi per ogni bruttura e per qualificato lenocinio, riserbandone sul proposito un più esteso e più aperto linguaggio all’orale patrocinio della causa.»