Pagina:Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi.djvu/125

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insieme, ciascuno però nei loro legni, serviti dall’oste, presenti due garzoni, ed una delle donne domandò all’ oste se erano passati i Piemontesi, e rispose l’oste che non ne sapeva niente.

Poche sere prima che accadesse l’incendio del fienile alla Madonna de’ Cerchi detto il palazzo de Cesari, Leopoldo Calza si faceva a dire nell’osteria di S. Giovannino della Pigna, frequentata da loro fino al principio d’inverno novembre 4861, e poi andarono da Mariano alle Stimate, che bisognava dar fuoco alti fienili dei affamatori di Roma, presente Pietro Barberi, Mattei.... giovanotto con barba rossa, ed un servo di piazza (questo facilmente parlerà poichè è inimico del Calza è compagni: il fatto del bicchiere accadde nell’osteria di Mariano dalle Stimate per andare al teatro Argentina), con baffi e basette neri morati, capelli neri tagliati alla fiesca, occhi grandi neri, parla molte lingue; volendo farne dimanda all’oste si potrà anche dire quello che tirò una bicchierata in faccia ad un vecchio che più sere venne unitamente a loro, e fu in causa di una parola che il vecchio disse all’orecchio del servitore di piazza. Eravi anche un sartore soprannominalo il Contino, che abita in quella via che da Sant’Antonino de’ Portoghesi va all’Orso: tutti quanti erano compagni del Leopoldo Calza, e di Pietro Patrizzi. A questa proposta del Calza che disse ancora essere ciò pensiero del Venanzi tutti i suddetti risposero che ciò si chiamava un farsi rei di un delitto, cosa che non gli conveniva. A questo discorso ci si trovò presentò anche la Diotalìevi.

Accaduto il fatto del primo incendio, il Calza nel medesimo luogo ed alla presenza dei medesimi disse che il De Angelis aveva pagato a tal uopo persone della sua tenuta: non si sa di quale delle molte che esso possiede.

Per detto di Calufi, Deangelis ha pagata la giovane cuffiara con scudi 400 per farsi ritrattare ignuda nella propria casa al palazzo Cini. Achille Ansiglioni prese in bottega del fratello ottico al Corso le obbiettive, e camera scura, e siccome lui non cognito di come si facciano i preparativi chimichi fotografici, si fece preparare a Collodion secco sei cristalli da Francesco Gioia, e da