Pagina:Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi.djvu/17

Da Wikisource.

— 15 —

non abbia fatto che prestare il suo nome. Tra le carte venute in potere del Comitato ed appartenenti alla Processura Venanzi, esistono tre fogli di carta di quella stessa qualità nella quale sono redatte le deposizioni formali, che si pubblicano, e che trovansi firmati in bianco dalla Diotallevi nella prima delle quattro colonne in cui ciascuna pagina è divisa secondo V uso notarile e cancelleresco. Questo fatto, che è di una enormità unica anziché rara, e che sarebbe incredibile se non se ne avesse in mano il documento, prova incontrastabilmente che la Diotallevi, avvezzala vendere 11 suo corpo a chi ne avesse voluto, vendette al Processante la sua coscienza, dandogli piena facoltà di dire a suo nome quanto gli fosse tornato a piacere, senza aver pure il disagio della formalità del costituto. E ciò acquista anche maggior certezza, osservando che fra le carte che compongono le rivelazioni della Diotallevi, non tutte sono scritte di mano di questa, ma che invece la parte che può dirsi sostanziale, e certo la più grave, consiste in una minuta scritta dallo stesso Processante, alla quale si è dato poi forma autentica distendendola in quella carta appunto di cui tre fogli si son rinvenuti firmati in bianco dalla pretesa rivelante. E per ciò pure che concerne quella parte della rivelazione, la quale trovasi scritta di carattere della Diotallevi, troppo bene apparisce che le notizie che essa veniva scrivendo non eran già un ricordarsi di quanto essa aveva precedentemente saputo, ma bensì un mettere in carta quanto il Processante le suggeriva, interrogandola su questo o quello degli inquisiti, su questo o quel fatto o cosa. Questa donna, per affrettare il momento della promessa impunità e la promessa di un compenso pecuniario, che come si scorge in fine degli articoli sui quali aveva promesso di rispondere, aveva fin, dal principio espressamente stipulato, erasi messa in tutto e per tutto al servizio del Processante? il quale ne aveva fatto il suo oracolo, a cui aveva ricorso ogni qualvolta gli occorresse o di riempire qualche lacuna, o di avere notizie sul conto di ciascuno degli inquisiti; notizie che egli veniva ricercando alla Diotallevi, non già interro-