Pagina:Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi.djvu/20

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Gli affezionati al Governo pontificio potrebbero esser tratti a credere che il partito liberale abbia profuso oro al Collemassi, affinchè egli desse al mondo una prova officiale, che ad abbattere il poter temporale della Santa Sede non manca se non la partenza della guarnigione francese da Roma; avendo il Processante posto in sodo che il partito Nazionale, che chiama Piemontese o dell’Alta Italia, si è propagato ed esteso mirabilmente in tutte le case, in tutti gli ordirti sociali. Ma non potendo per verun conto ammettersi una simile supposizione, è necessario cercare altrove la ragione di quel fatto.

La mania processuale della quale è invaso il Collemasi e che è l’effetto della sua natura ferina, può spiegarlo in parte, ma non completamente. La vera ragione è, secondo ogni verisimiglianza, l’effetto di due cause che giova esporre brevemente.

Allorché fu tradotto in carcere il Venanzi per ordine dato da monsignor Saverio De Merode pro ministro delle Armi, tutti gli agenti del Governo pontificio vantarono che erasi fatto un colpo stupendo, che finalmente s’era riuscito a mettere il dito sulla piaga, che il partito Nazionale in Roma sarebbe rimasto sgominato, annullato. Il De Merode, raggiante di gioia come autore di quel fatto, si prometteva già gli onori del trionfo come salvatore del potere temporale, ed i suoi più intimi cagnotti non cessavano di magnificarlo. Fra le carte rinvenute presso il Venanzi, parve a questi paladini del Papato di aver rinvenuto, o almeno se ne gloriavano, quanto fosse necessario a provare al mondo che il movimento liberale in Roma fosse l’effetto non del malcontento delle popolazioni pel mal governo pretesco, ma solamente degli incitamenti, delle mene, dell’oro che prima il Governo piemontese e poi l’Italiano avrebbe profuso in Roma. Che il processo sia stato fatto con questo intendimento apparisce manifestamente da tutta la Relazione fiscale, e specialmente dalla narrativa istorica che la precede e dal preambolo parimente isterico che precede la Sentenza della S. Consulta.

Ma come quel primo entusiasmo Demerodiano ebbe dato luogo alla riflessione, in seguito di un esame fatto