Pagina:Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi.djvu/27

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Dopo ciò riesce molto verosimile che il Coltemassi abbia travato una ragione di più per seguire (volente e consenziente di necessità il presidente Sagretti direttore del processo, avverso per cupidità di potere a1 cardinale Antonelli). la sua mania processuale, nel desiderio di secondare le opinioni e gli intendimenti del De Merode, tanto più che questi era direttamente interessato nel processo Venanzi, come quello che avendone ordinato l’arresto, erane il principale autore.

V.

Cause della persecuzione di Fausti. — La rivelante
si trasforma in denunciante.


Fuori delle indicate cagioni, non si saprebbe quall’altra assegnarne che valesse a dare una spiegazione verosimile dell’eccesso a cui si vollero spingere le risultanze processuali. Potrebbe dirsi che il Processante sia stato tratto in inganno, sia stato allucinato dalla Diotallevi; ma Ve cose da questa dette sono tali e tante e sì poco giustificate, che se l’inganno o l’allucinazione sarebbero poco probabili in un Processante novizio, si rendono affatto impossibili in un Processante della fatta del Collemassi, scaltro quant’altri mai per natura e per arte.

Ciò per altro che si comprende facilmente si è, che poiché si era stabilito di spingere le risultanze a quel punto, che delle cose dette, e fattele dire, dalla Diotallevi si era voluto fare la base del processo; bisognava di necessità che, come nelle altre parti, così in questa degli impiegati traditori, si dimostrasse che essa aveva detto il vero. Processarli tutti era moralmente? e quasi fisicamente impossibile; conciossiachè, se fu immenso lo stupore ohe produsse nel pubblico la inaspettatissima carcerazione del salo Fausti, il procedere a numerosi arresti di quella fatta avrebbe prodotto uno scandalo immenso, messo lo scompiglio finale nel Governo pontificio, ed in ogni modo il prematuro abuso dell’intrigo l’avrebbe svelato e forse reso impossibile. Si rendeva pertanto necessario scegliere la vittima, col sacrificio di