Pagina:Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi.djvu/40

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incorrerebbe in una presunzione gravissima di falso testimone.

Il Processante nel compilare la Relazione Fiscale del processo, la quale messa a stampa poteva vedersi dal volgo profano ed indiscreto, ebbe l’accortezza di dimenticarsi di dire come quell’essere misterioso sapesse le più minute cose del Fausti, come potesse procacciarsi quei documenti che leggonsi trascritti nelle pagine antecedenti. Era quello un felice fatto di memoria. Se si vuole, era o poteva essere una restrizione mentale che i moralisti della Compagnia di Gesù avrebbero potuto facilmente scusare ed anche difendere. — Chi non dice, tace; e tacendo non esclude: la gente, in cui comunemente prevale la buona fede, lungi dall’immaginare in un ministro della Giustizia un eccesso una enormità, una iniquità, che disimili non ha che quelle, delle quali tutto il processo abbonda, si sarebbe facilmente persuasa che se la causa della scienza non era indicata nella Relazione, esisteva peraltro nel processo originale. Ma furono veramente disgraziati il Collemassi, il Sagretti e Compagni, che dopo aver lavorato nelle tenebre, e per le tenebre indefessamente per lo spazio di oltre quindici mesi, ad un tratto videro squarciarsi portentosamente il velo che copriva l’opera loro nefanda, prima cotta sparizione di una gran parte del processo originale, poi cotta pubblicazione della Difesa del Dionisi la quale supplisce abbastanza la parte mancante di quello.

Questa Difesa ha fatto palese che la Costanza Diotallevi presentatasi il 3 febbraio 1863 al Processante, gli si offeriva pronta a dare le prove, inutilmente cercate per un anno, della reità liberalesca del Fausti. Dichiarava però al tempo stesso che le prove e le notizie che avrebbe potuto fornire in larghissima copia, essa non le aveva direttamente, ma per mezzo di un fido, di un intimo del Fausti, il nome del quale si ricusava di rivelare, dicendo forse come Papa Pio IX non posso, non debbo, non voglio. Il Collemassi che, sebbene Processante è, e sa essere un discreto e gentile cavaliere (qualche altra signora oltre la Diotallevi può renderne CjC . Me