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132 EMILIO SALGARI

Le due gigantesche mule non cavalcate, anche più atterrite dei mustani, spiccavano dei salti disordinati senza per altro rimanere indietro.

Esse tenevano ai loro garetti minacciati dalle robuste mascelle dei predoni, sempre affamati, delle praterie basse e alte.

Il drappello dei cacciatori a quattro gambe s’ingrossava di momento in momento.

Di quando in quando dai cespugli di nocciuoli o dalle macchie di abeti, uscivano di gran corsa quattro o cinque altri lupi, che avevano atteso invano la cena.

Mister brigante, ― disse l’inglese, il quale li vedeva avvicinarsi con fulminea rapidità — noi perdere nostre gambe?

― I lupi, milord, non si contenterebbero. Tronco, braccia, polmoni, cuore ed anche testa, finirebbero nei loro ventricoli che urlano sempre: carne! carne!

― Voi, mister, non aver paura?

― Niente affatto, milord.

― Esserci vicini.

― E non avete delle armi? Aprite il fuoco prima voi. ―

L’inglese aveva già in pugno la rivoltella. L’orda urlante non era ormai che a cinquanta metri e precipitava la corsa per dare almeno addosso alle due mule, le quali potevano offrire una cena abbondante.

Si volse e sparò i suoi otto colpi, con pochissimi istanti d’intervallo e con una calma veramente inglese.

Cinque o sei lupi stramazzarono in mezzo alla neve. Gli altri, manco a dirlo, tanto per aguzzare un po’ l’appetito, furono tosto sopra i loro disgraziati compagni ancora agonizzanti, e li divorarono con ferocia degna di loro.

Vi fu una brevissima sosta nell’inseguimento, ma che durò pochi istanti. I corpi di quattro o cinque lupi erano ben poca cosa per duecento, se non di più, e che digiunavano forse da qualche settimana.

— Corna e code di tutti i diavoli dell’inferno! — esclamò Sandy-Hook. — Anche da cavallo tirate bene, milord.

I miei complimenti.

— Aho! Io essere contento di avere questo elogio da mio mister brigante.

— Tutti briganti per voi, è vero, milord? Se fossimo inglesi, o anche irlandesi, saremmo dei grandi galantuomini. Un’altra volta cercheremo di nascere di là dall’Atlantico, sulle rive della perfida Albione. Non so per altro se io tornerò ad abitare il mondo. Il diavolo mi prenderà per