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156 EMILIO SALGARI

Nel campo vi erano trecentocinquanta guerrieri fra Sioux e Corvi, e altri centocinquanta fra donne e fanciulli.

In un lampo le pelli-rosse si appostarono dietro ai carri e dietro ai loro mustani, pronti a montare in sella e tentare una carica furiosa.

Gli esploratori si ripiegavano gli uni dopo gli altri, galoppando sfrenatamente. Il grido si ripeteva:

— All’armi! I larghi coltelli dell’ovest!

Nube Rossa era stato uno dei primi a lasciare il wigwam, armato della sua vecchia carabina e della sua ascia di guerra.

Minehaha l’aveva subito seguìto.

— Mi ero ingannato io? — le chiese digrignando i denti. — Eppure sono un Corvo e non un Sioux.

— Sì, tu non ti sei ingannato — rispose la sakem. — Che cosa fare adesso?

— Tu hai detto stamane che io avevo paura della morte.

Ora ti mostrerò come sanno cadere i Corvi.

— Ed io ti mostrerò, padre, — rispose orgogliosamente Minehaha — come sanno morire le Selve Ardenti, che un giorno si chiamavano Sioux.

Vedremo chi caricherà meglio. —

Intanto nella tenda dei prigionieri si svolgeva una rapida scena.

Avendo ancora le mani libere, con un tizzone tuttora fumante avevano bruciati i lazos che legavano loro le gambe, poi tutti e quattro si erano cacciati sotto le vecchie pelli di bisonte, col viso contro terra.

Alcuni colpi di fucile rimbombarono. Il generale americano Farsythe, alla testa del settimo Reggimento di cavalleria delle frontiere col colonnello Whiteside, giungeva a corsa sfrenata per impedire la ritirata alle Selve Ardenti, che da più d’un mese inseguiva ostinatamente senza essere mai riuscito a raggiungerle.

Gl’indiani dopo pochi colpi di arme da fuoco si erano radunati intorno alle tende di Piede Grosso e di Nube Rossa, ritirando i loro mustani.

Il colonnello Whiteside si avanzò verso l’accampamento con sessanta uomini al comando del capitano Wallace.

Fu intimata subito la consegna delle armi. Le Selve Ardenti non ne diedero che due.

Il colonnello, irritato, diede ordine ai suoi uomini di mettere piedi a terra e di perquisire le tende.

Altri sessanta fucili caddero nelle mani del capitano che conduceva i suoi uomini, e non era entrato che in pochissime tende, temendo alle sue spalle una sorpresa.

Gl’indiani avevano lasciato fare. Seduti intorno alle due tende nel