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Capitolo XVI.


Attraverso il Nebraska.


Il galoppo si era smorzato in lontananza, verso la riviera del Lupo, e solamente il vento freddissimo del nord sibilava ed ululava fra i rami ischeletriti degli aceri.

Gli scorridori avevano riprese le loro coperte e si erano novamente stesi sulle pelli di bisonte, abbastanza spesse per ripararli dall’umidità.

Tutte le pipe erano in azione salvo quella dell’inglese. Quel maniaco non aveva cessato di russare, come se si fosse trovato in un soffice letto del suo palazzo di Scozia o del Gallese.

Trascorse più di mezz’ora, poi si udirono improvvisamente parecchi colpi d’arme da fuoco.

— Minehaha e Nube Rossa sono alle prese coi lupi! — disse Sandy-Hook. — Non la dureranno molto, e li vedremo tornare indietro di gran galoppo. Oh, se quelle bestie dannate divorassero alcuni guerrieri della loro scorta!... Sarebbe per noi una vera fortuna.

— Domandate troppe cose — disse John. — Non siete onesto.

— Se tornassero solamente in quindici o venti si potrebbe tentare un magnifico attacco a colpi di rifle e di Colt.

— Uhm!

— Avreste ora paura di quei vermi rossi, mister John? — chiese il bandito. — È forse perchè vi hanno levata la capigliatura?

— Hanno fucili anche loro ed asce da guerra, e non sono dei codardi. Io ne so qualche cosa, io che ho trascorso la mia vita nella prateria.

— Non dico che non si battano coraggiosamente, anzi tutt’altro. Non sono troppo saldi al fuoco, ma quando caricano con quelle maledette scuri in pugno, nemmeno le mitragliatrici li arrestano.

— L’avete veduto recentemente.

— Tacete, mister. —