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LE SELVE ARDENTI 21


L’indian-agent si curvò perchè l’altro potesse spingere innanzi lo sguardo, e il giovane, non aveva più di trentadue o trentatrè anni, si appoggiò colle mani al tronco, alzandosi un poco.

L’indian-agent aveva detto il vero. All’estremità anteriore del tronco d’albero, a dieci passi da Curlam, un superbo giaguaro si teneva rannicchiato, mandando di quando in quando dei sordi miagolii, che finivano in un vero basso ruggito.

Il terribile animale, che per la sua audacia e la sua ferocia vien chiamato la tigre dell’America e che s’incontra dalle terre patagoniche fino alle frontiere del dominio inglese e qualche volta anche più in là, non pareva che in quel momento avesse dei propositi bellicosi.

Sorpreso certamente dallo sgelo mentre stava pescando, poichè tutti i giaguari sono abilissimi pescatori che distruggono in gran numero trote, storioni e salmoni, si era salvato su un albero che la corrente trascinava alla deriva; ma poi, non credendosi troppo sicuro, aveva preferito spiccare un gran salto e mettersi di fronte a Curlam.

Ma poichè anche le belve più feroci quando si trovano in pericolo perdono la maggior parte della loro audacia e non pensano più a predare, perciò il giaguaro non mostrava affatto di volere assalire, quantunque il mastino gli abbaiasse coraggiosamente sul muso.

— E dunque, John? — chiese il signor Devandel. — Dovremo tenerci questo pericoloso naufrago?

— Perchè dite pericoloso? è più spaventato lui di noi che noi di lui, e vi assicuro che se gli si presentasse l’occasione di abbandonarci ne sarebbe ben lieto.

— Hum! preferirei che Harry ci fosse più vicino e lo spacciasse con un buon colpo di carabina.

— Se le sue armi fossero asciutte!... Navigano proprio in mezzo alla corrente, ed i cavalloni li scaraventano in tutte le direzioni.

Provate a dargli una voce. —

Il giovane fece colle due mani portavoce, poichè in quel momento il fragore dei ghiacci che si fracassavano era intensissimo, e gridò:

— Harry! Harry!

— Signor Devandel! — rispose poco dopo lo scorridore di prateria, il quale aveva un gran da fare a mantenere fermo il suo tronco.

— Possono funzionare le vostre carabine?

— Sono bagnate. I cavalloni sono violentissimi qui. Vi sono gl’indiani?

— No, non vi sono nè uomini nè bestie e nem.... —

Si interruppe bruscamente tendendo gli orecchi.