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LE SELVE ARDENTI 47

— Che pelle avete? Siete corazzato come una tartaruga.

— Io essere inglese.

— Corpo del Grande Spirito delle pelli-rosse, anche gl’indiani si buttano giù a furia di pugni!

Voi siete proprio pazzo.

— Un lord? Aho! Voi, sì, essere pazzo.

— Volete che continuiamo la lezione?

Yes.

— Che il diavolo vi porti! È vero che pagate, ma sono già abbastanza seccato di ammaccarvi tutte le mattine le costole o su questa o sull’altra riva del fiume.

— Costole dure, è vero, mister?

— Non ne avevo mai trovate di così resistenti, eppure batto senza riguardo.

— Io volere questo.

— Perchè?

— Per diventare boxers ― rispose l’inglese, il quale si era già rialzato. ― Quando io tornare in patria rompere muso a tutti i lords della Camera dei Pari.

Aho! Che festa!

— Dei pazzi!... Chiameranno degli infermieri, vi metteranno una camicia di forza e vi porteranno di peso ad un manicomio.

— Un lord? Io avere molti castelli e molte sterline. Io essere inglese.

— Lo so a memoria ― rispose il bandito. — Badate che gli orsi grigi e neri sembrano stanchi di questo spettacolo e che pare si preparino a leccarsi i baffi.

— Io avere mia carabina.

— Sbrighiamoci, milord: io ne ho abbastanza dei vostri capricci.

— Io pagare lezioni di boxe.

— E io non essere vostro servo — rispose Sandy-Hook. — Orsù, finiamo la nostra lezione.

Siete pronto?

— Sempre. —

Si erano rimessi in guardia, mentre tre o quattro orsi, malgrado i cenni imperiosi della giovane indiana, a poco a poco si accostavano ai pugilatori sbadigliando, o meglio fingendo di sbadigliare.

Lord Wylmore, più cocciuto che mai, si scagliò addosso al bandito colle pugna tese, sperando forse di sorprenderlo.

Ma Sandy-Hook, allievo del famoso Kalcraff, non era uomo da cadere in un agguato.