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N.° IX. le sfere omocentriche, ecc. 53

condo un circolo obliquo rispetto al mezzo della precedente1. I poli della terza sfera essere diversi per alcuni pianeti, identici per Afrodite e per Ermes.

Callippo suppose la medesima disposizione di sfere che Eudosso, cioè la medesima successione delle distanze (delle varie sfere d’un medesimo astro): e attribuì a Giove ed a Crono il medesimo numero (di sfere, che Eudosso); ma pel Sole e per la Luna opinò doversi aggiungere due sfere (a ciascuno) per rendere ragione delle apparenze: ai pianeti rimanenti, una per ciascuno.

Ma affinchè dalla simultanea combinazione di tutte (le sfere) si renda ragione delle apparenze, è necessario, per ciascuno dei pianeti, vi siano (oltre alle precedenti), altrettante sfere reagenti2 meno una, le quali restituiscano sempre alla medesima posizione la prima sfera dell’astro immediatamente inferiore; perchè così soltanto avviene che si producano i movimenti dei pianeti. Ora, essendo le sfere, in cui si muovono, da una parte otto, e d’altra parte venticinque3, di esse soltanto quelle non dovranno esser rigirate all’indietro, dalle quali dipende il movimento dell’infimo di tutti (gli astri)4. Pei due primi (astri) le (sfere) reagenti saranno dunque sei, e per i quattro che seguono, sedici; e il numero totale delle sfere motrici e reagenti sarà di cinquantacinque. Che se al Sole ed alla Luna non si aggiungano i movimenti che abbiamo detto, il numero totale delle sfere sarà di quarantasette5.

APPENDICE II.

Estratto dal Commentario di Simplicio al libro secondo di Aristotele, De Cœlo6.

1. Primo dei Greci, Eudosso di Cnido (come narrò Eudemo nel secondo libro della Storia dell’Astronomia, e Sosigene dietro l’autorità d’Eudemo) dicesi aver per mezzo di simili ipotesi tentato di sciogliere il problema proposto, come narra Sosigene, da Platone a quelli che di tali cose si occupavano; con quali supposizioni cioè di moti regolari ed ordinati si potessero rappresentare i fenomeni osservati nei movimenti dei pianeti... Eudosso di Cnido assunse a tal bisogno l’ipotesi delle sfere dette revolventi7.


  1. Intende senza dubbio l’equatore della sfera precedente.
  2. ἀνελιττούσας, cioè rivolgenti in senso contrario. Lo stesso termine è dai posteriori, come Sosigene e Simplicio, preso in più ampio significato, e comprende tutte le sfere del sistema, sia deferenti, che reagenti: nel qual caso abbiam tradotto lo stesso vocabolo con la parola revolventi.
  3. Cioè otto quelle di Giove e di Crono (aventi quattro sfere ciascuno secondo Callippo), e venticinque quelle degli altri cinque astri (aventi ciascuno cinque sfere secondo Callippo).
  4. Cioè della Luna.
  5. Questo numero già così stava negli antichi esemplari, per testimonianza di Sosigene, Temistio, Simplicio, Alessandro e Porfirio, nei loro commenti ad Aristotele. Vedi su questo numero l’Appendice II, § 12.
  6. Brandis, Scholia in Aristotelem edidit Academia Regia Borussica (Berolini 1836), p. 498-504; Simplicii, Commentarius in IV libros Aristotelis De Cœolo ex recensione Sim. Karstenii, mandato Regiæ Academiæ disciplinarum Nederlandicæ editus (Trajecti ad Rhenum 1865), p. 219-229. Non ho tenuto conto dell’edizione aldina del 1526, malgrado le notevolissime differenze ch’essa presenta colle edizioni più recenti. Consta infatti fin dal 1810, per le ricerche d’Amedeo Peyron, d’illustre memoria, che l’aldina non è un testo originale, ma sì bene una traduzione in greco, fatta sopra una versione latina anteriore. Vedi Peyron, Empedoclis et Parmenidis fragmenta ex codice Taur. restituta et illustrata, Lipsiæ 1810, pag. 3-26. Ho pure fatto confrontare alcuni passi col Codice di Simplicio, che esiste presso la Biblioteca della Regia Università di Torino.
  7. ὰνελιττουσῶν È il nome con cui si trovano frequentemente designate le sfere d’Eudosso dagli