Pagina:Leibniz - La Monadologia, 1856.djvu/12

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turalmente, non potendo essere formata per composizione.

6. Si può dire altresì che le monadi non potrebbero cominciare né finire che in un’istante, cioè non potrebbero cominciare se non per creazione, e finire se non per annichilazione: assunto che ciò che è composto comincia e finisce grazie alle parti.

7. Né può essere spiegato come una monade possa essere alterata o cambiata interiormente da altra creatura, poiché non vi si potrebbe nulla trasferire, né concepirvi alcun movimento interno, che possa essere eccitato, diretto, aumentato, o diminuito al di dentro, come avviene nei composti, ove si ha rimescolamento di parti. Le monadi non hanno finestre, affinché qualche cosa possa entrarvi, od uscirne; e gli accidenti non potrebbero distaccarsi né uscire dalle sostanze, come un tempo le specie sensibili degli scolastici. Così né sostanza, né accidente possono entrare in una monade. (1)

  1. Si noti in questo paragrafo il primo errore, che Leibniz introduce nella sua Monadologia, affermando che nessuna monade possa agire sulle altre, e che nessuna possa dalle altre ricevere nessuna modifica. Da ciò consegue che le monadi non hanno vie aperte a ricevere le impressioni esterne, né possono da se stesse fare uscire le proprie qualità per operare su altre monadi. Tuttavia senza che le monadi abbiano veramente finestre, possono però avere, ed hanno realmente disposizione a ricevere le impressioni esterne (facoltà recettive), né ciò ripugna alla loro semplice natura: e quantunque non possano distaccare e mandare in giro alcuna delle loro qualità presso le altre monadi, possono comunque dirigere a queste le loro azioni, ed operarvi. Ciò che vi ha di arduo e considerevole nella questione consiste nell’inten-