Pagina:Leibniz - La monadologia, Sansoni, Firenze, 1935.djvu/36

Da Wikisource.
6 parte prima — il sistema leibniziano

chi ne faccia uso, e di cui il volgo, io credo, non ha neppure l'idea1.

(Hypothesis phyaica nova, Theoria motus abstracti, 1671, pref., G. IV 226).


A quest'idea della coincidenza di ogni forma di realtà e di ogni metodo d'indagine nella suprema armonia e coerenza della natura, si riallacciano i progetti, perseguiti da Leibniz lungo tutta la sua carriera, di un'organizzazione sistematica delle scienze, di un'Enciclopedia in cui di tutto il sapere si desse una visione complessiva, concordante e concatenantesi in tutte lo sue parti; progetti, questi, che richiamano alla Pansofia comoniana2 e per realizzare i quali Leibniz si fece promotore di società scientifiche e fondatore di accademie.

Quest'armonia, però, come si è visto, non deriva in alcun modo da un concepire tutte le scienze come prodotto dello spirito umano, quindi soggette alle leggi di esso; essa è l'espressione di una realtà divina oggettiva, a sé stante, con le sue leggi concordanti e armoniche. La scienza scopre questa unità noi mondo, attraverso lo leggi dello spirito, che corrispondono, in virtú dell armonia stessa, alle leggi del mondo.

Verità di ragione e di fatto.Questa realtà oggettiva può presentarsi sotto due aspetti: come verità di ragione o verità di fatto; anno questi i due modi di essere del reale, retto ciascuno da leggi proprie, ciascuno con proprie inconfondibili caratteristiche, cui corrispondono poi anche i due diversi modi di apprensione del reale: razionale e sensibile. Ecco due definizioni di questi due tipi di verità, prese da due opere distantissime per data e per argomento:

Le verità di ragione sono necessarie, quelle di fatto sono contingenti. Le verità primitive di ragione sono

  1. Quale sia il significato dei termini qui adoperati (continuitá, indivisibile, infinito, pensiero, ecc.), si vedrà in seguito.
  2. Giovanni Amos Comenio (1592-1670), noto principalmente nel campo della pedagogia per la Didactica Magna, concepì il sapere come un'organizzazione di ogni elemento della conoscenza secondo leggi universali (Pansofia), trasformando il concetto di enciclopedia da quello di una semplice raccolta di dati, a quello di una sistemazione unitaria dei dati stessi. Leibniz conobbe ed apprezzò grandemente le sue opere.