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CAPITOLO QUINTO.


Spunta l'ombra del sior Momi.



I.



Donna Fedele arrivò in carrozzella, alle dieci. Aveva saputo alle nove, da un biglietto desolato di Lelia. Discese all’entrata della veranda aperta per non passare davanti alla camera della Morte. Lelia le venne incontro nella veranda. Le due si abbracciarono, senza parole. Lelia aveva gli occhi lagrimosi; donna Fedele era cadaverica ma non aveva lagrime. Entrarono nel salone. Teresina che vi entrava pure in quel momento dalla sala da pranzo, vista donna Fedele, scoppiò in singhiozzi, si coperse il viso col fazzoletto. Come potè dominarsi, porse a Lelia un telegramma. Donna Fedele la interrogò sottovoce mentre Lelia apriva e leggeva. Si erano accorte di niente, ieri, durante la giornata o almeno la sera?

Di niente, di niente. Non era stato di buon umore, questo bisognava dirlo, ma si sapeva che tanto la fuga di don Aurelio quanto la partenza del signor Alberti lo avevano molto afflitto. Parve che Teresina, diventata