Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/18

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xvi m. tabarrini

gnamenti che dava ai suoi allievi, e quali effetti sapesse ritrarne lo dicono i suoi quadri divini, che in tutti i tempi formarono la meraviglia del mondo; lo dice il disprezzo in cui quegli insegnamenti si tengono oggi da coloro che ingombrano le sale delle pubbliche esposizioni con dipinti tirati giù alla brava senza studi e senza concetto, che sono oltraggi alla natura ed all’arte. Con tutti i progressi che hanno fatto ai dì nostri le scienze applicate alle arti, i precetti di Leonardo crediamo che abbiano sempre un valore grandissimo; e sebbene alcuni si potessero oggi dimostrare con maggior rigore di principi scientifici, pure è sempre vera l’osservazione del fatto da cui sono dedotti. E non è da meravigliare che questo maestro dell’arte tanto studiasse nei minimi particolari i suoi dipinti, da parere ai contemporanei che perdesse il tempo ninnolandosi in apparecchi senza costrutto; perchè è soltanto con questo studio e con questi avvedimenti scrupolosi che si può fare d’un ritratto di donna, come la Gioconda, un capo d’opera da stare a pari coi dipinti di grandiosa composizione.

Leonardo è veramente una delle più grandi e geniali figure del rinascimento, uno degli ingegni più universali e originali che abbia avuto l’Italia. In quell’epoca singolare che non ha riscontro altro che nel più bel secolo della Grecia antica, l’Italia ebbe una fecondità portentosa d’uomini di genio che le assicurarono il primato nelle lettere e nelle arti, mentre il resto d’Europa stentava ad uscire dalle tenebre del medio evo. Il carattere di quell’epoca era la bellezza e l’eleganza che scaturivano da tutte le manifestazioni della vita. Il brutto e il deforme, non che rappresentarsi, neppure si concepivano. Era una fioritura spontanea d’ingegni che sentivano tutte le armonie del bello e sapevano rappresentarlo in tutte le sue forme.

L’arte era il lusso di quei tempi, e le Corti dei Medici, degli Estensi, degli Sforza, dei Gonzaghi erano scuole di costumi gentili