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206 LEONARDO DA VINCI [§ 652

652. Di ombra e lume.

Tenebre è privazione di luce, e luce è privazione di tenebre; ombra è mistione di tenebre con luce, e sarà di tanto maggiore o minore oscurità, quanto la luce che con essa si mischia sarà di minore o di maggior potenza.


653. Di ombra e lume.

Quell'obietto avrà le sue ombre e lumi di termini più insensibili, il quale sarà interposto infra maggiori obietti oscuri e chiari di quantità continui. Provasi, e sia l'obietto o, il quale è interposto infra l'ombroso nm e il luminoso rs; dico che l'obietto ombroso cinge quasi tutto l'obietto colla sua piramide nam, e il simile fa all'opposito la piramide del luminoso rcs; e per l'ottava del quinto è concluso quello che si propone, la quale dice, che quella parte dello sferico sarà più oscura che più vede della anteposta oscurità; seguita che c è più oscuro che in alcuna altra parte di esso sferico; e lo prova la seconda figura; bac vede tutta la oscurità egf; tale oscurità non s'imprime sopra esso bac con egual potenza, perchè non s'imprime con uniforme quantità, conciossiachè a, che vede tutta l'oscurità ef, è molto più oscuro che b, il quale ne vede solamente la metà eg; e il simile accade in c, ch'è veduto dall'ombra gf.


654. De' lumi ed ombre.

Ogni parte del corpo ed ogni minima particola che si trova avere alquanto di rilievo, io ti ricordo che guardi a dar loro i principati delle ombre e de' lumi.


655. Di ombra e lume.

Ogni parte della superficie che circonda i corpi si trasmuta in parte del colore di quella cosa che le è posta per obietto.

656. Esempio.

Se tu porrai un corpo sferico in mezzo a varî obietti, cioè che da una parte sia lume del sole e dall'opposita parte sia un muro illuminato dal sole, il quale sia verde o di altro colore; il piano dove si posa sia rosso; dai due lati traversi sia oscuro; vedrai il naturale colore di detto corpo partecipare de' colori che gli