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Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/49

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COMMENTARIO.

PARTE PRIMA.

intorno ai dipinti autentici di leonardo, dal vasari non rammentati,

e di altri a lui attribuiti.


Lunga, difficile e fallace opera sarebbe se tutte si volessero ricordare le pitture che sono o che si pretende sieno del Vinci. Il lettore andrà ben persuaso non esser possibile compilarne un catalogo compiuto. Peraltro, chi ne fosse vago, può vederne la nota negli scrittori che hanno parlato di Leonardo, i quali sono parecchi; e tra questi, oltre i già citati da noi, nella nota prima e altrove, il Piacenza, (Giunte al Baldinucci), il Della Valle (ediz. senese del Vasari), il Lanzi, ecc. Tuttavia faremo ricordo di alcune che, se non altro, portano seco la fede di una celebrità ormai riconosciuta.

Roma. Convento degli Eremitani di Sant’Onofrio. — Nel chiostro superiore è una lunetta, dentro la quale è dipinta in fresco Nostra Donna seduta col Putto nudo in grembo, ed alla sinistra la figura del patrono in atto devoto col berretto in mano. Di questo affresco si vedono incise le sue teste calcate sull’originale, e un piccolo intaglio della composizione nella tav. CLXXIV del D’Agincourt (Pittura); e un intaglio più grande è nell’Ape Italiana, giornale romano di belle arti. — † C’è stato modernamente chi ha voluto vedere in questo dipinto piuttosto la mano di Lorenzo di Credi, che di Leonardo.

— Galleria Barberini. — La Vanità e la Modestia, mezze figure di grandezza naturale, dipinte su tavola. — † Altri le dicono del Luino ed altri del Salai.

— Galleria Aldobrandini. — Cristo che disputa coi Dottori della legge. Composizione di cinque mezze figure grandi al naturale, in tavola. Tanto di questo, quanto dell’altro quadro, si ha un piccolo intaglio nella tav. clxxv del D’Agincourt.

Milano. Palazzo Belgioioso. — Quadretto in tavola con Nostra Donna, mezza figura, che dà il latte al Putto. Il principe Belgioioso lo comprò per 300 zecchini dalla chiesa della Madonna di Campagna presso Piacenza; e vuolsi che questa sia quella stessa Madonna che l’Anonimo Morelliano (pag. 83-84) vide in casa di Michel Contarini.

Venezia. Nel museo Civico è il ritratto del duca Valentino donato dal general Pepe. È in tavola, di grandezza un terzo del vero, con poco busto; oltre molti disegni già appartenuti al pittore Bossi, che furono in gran parte del De Pagave; e fra questi un ritratto del Vinci.

Parigi. Museo Nazionale del Louvre. — San Giovanni Batista, mezza figura con una croce nell’una mano, e coll’altra addita il cielo. Indossa una pelle d’agnello, che lascia scoperta la parte superiore del suo corpo. — Forse questa è la tavola stessa citata dal P. Dan (Trésor des merveilles de Fontainebleau, 1642), e che faceva parte della collezione di Francesco I. Luigi XIII incaricò