Pagina:Leone Duodecimo e Pio Ottavo (Baraldi).djvu/6

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cessor mostravasi dell’immortal Leone anche nel favore, con cui coprire e difendere si compiacque le povere mie fatiche, e gli studi congiunti de’ compilatori di queste Memorie di Religione. A niuno meglio che a voi dovevano intitolarsi questi cenni, e per l’antica benevolenza, di cui mi foste sempre cortese, e perchè eccitato venni da voi a comporli, e perchè sono in gran parte cosa vostra per le notizie e i lumi di cui mi voleste essere sì gentilmente cortese. Non solo per dovere offro a voi questo mio tenue lavoro, nè solo per quel vivissimo desiderio che avrei pur sempre e di parlar di voi, e di mostrare in qual conto da me si tengano la sacra Persona Vostra, i meriti sommi verso la Santa Chiesa, i talenti che vi distinguono, e permettetemi che il dica, e a tutto il resto lo preferisca, come fonte ed origine di tutto ciò che vi adorna, il vostro cuore; ma ricorro al vostro Nome, onde ottener difesa e protezione al mio scritto, consapevole e memore, che grandes materias ingenia parva non sufferunt, et in ipso conatu ultra vires ausa, succumbunt. Oh come assumere quì potrei i sensi e le parole del citato Dottor Massimo nel suo tenero e profondo elogio di Nepoziano? a quante e quali rimembranze correrebbe allora il pensier mio? di quali lagrime non si gonfierebber di nuovo i miei occhi, e quali commozioni non risveglierei nel vostro cuore istesso