Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/265

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nota 259

Foscolo. Il contenuto esatto del volume l’avrebbe fissato il Leopardi; ma Luigi de Sinner proponeva già di accogliervi «les variantes des 3 éditions des Opere», e l’Ugoni pensava che fosse bene ristampare le Annotazioni e le altre prose dell’edizione Nobili1. Il Leopardi non rispose a questa lettera, e tanto meno spedí a Parigi, come il suo amico prevedeva, un esemplare corretto e aumentato dei Canti. Forse quelle proposte giunsero a destinazione dopo il 14 giugno, e il Leopardi non le vide piú. Comunque, l’accenno che vi fece il Ranieri, quando, il 28 giugno, diede la luttuosa notizia a Luigi de Sinner, era piuttosto un’abile transizione per mettere avanti il proprio diritto di sopraintendere a tutte le pubblicazioni leopardiane progettate o di là da venire: «La sua morte è stata presso che inavvertita, perché poco prima di morire ragionava meco tranquillamente della edizione, che il Baudry si propone costí di dare delle sue opere. Al qual proposito desidero ch’ella abbia la bontà d’intendersela in tutto e per tutto meco, se, come non dubito punto, ella continua nel proponimento di promuovere sempre piú la fama già grandissima di questo ingegno portentoso. Io conosco tutti i suoi intendimenti, ed ho già pronto per mandarlo a lei il primo volume, contenente i canti, fra i quali due inediti e piú che bellissimi, e parte delle prose...»2. Nella lettera seguente, del 2 settembre, in risposta al filologo che riproponeva d’includere Annotazioni e varianti nell’edizione Baudry, il Ranieri insisteva, certo esagerando nei particolari, sul carattere definitivo che avevano i miglioramenti apportati dal Leopardi all’edizione Starita; ma di nuovo non lasciava capire se le proposte di Berna fossero giunte in tempo, ed eventualmente come fossero state accolte dal Leopardi: «Le note dell’edizione di Bologna non sarei d’avviso di riprodurle, e perché l’autore non voleva, e perché veramente sono in un certo stile scherzevole al tutto contrario all’indole sua, oltre di che parlano di cose meramente di lingua, e furono scritte per dare momen-

  1. Bresciano, p. 171.
  2. Nuovi documenti intorno agli scritti e alla vita di Giacomo Leopardi3, raccolti e pubblicati da Giuseppe Piergili, Firenze, Succ. Le Monnier, 1892, pp. 267-268. Il Luiso, che non potè valersi delle reciproche sinneriane quando descrisse e giudicò l’atteggiamento del Ranieri in quell’occasione, lo accusò d’essersi tardivamente voluto sostituire a Luigi de Sinner, poiché suppose che questi, avendo contrattata l’edizione, avrebbe dovuto anche curarla; ma il Ranieri, se mai, si sostituí al Leopardi. Cfr. Luiso, pp. 7-10.