Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
106 | operette morali |
solo della dottrina e della sapienza, ma della stessa fama che
alcuno si ha procacciata con questi mezzi, che l’une e l’altre
in quei luoghi non sono pur materia d’invidia. E se per caso
qualche persona riguardevole o anche straordinaria d’ingegno
e di studi, si trova abitare in luogo piccolo; l’esservi al tutto
unica, non tanto non le accresce pregio, ma le nuoce in modo
che spesse volte, quando anche famosa al di fuori, ella è, nella
consuetudine di quegli uomini, la piú negletta e oscura persona
del luogo. Come lá dove l’oro e l’argento fossero ignoti
e senza pregio, chiunque essendo privo di ogni altro avere,
abbondasse di questi metalli, non sarebbe piú ricco degli altri,
anzi poverissimo, e per tale avuto; cosí lá dove l’ingegno e
la dottrina non si conoscono, e non conosciute non si apprezzano,
quivi se pur vi ha qualcuno che ne abbondi, questi non
ha facoltá di soprastare agli altri, e quando non abbia altri
beni, è tenuto a vile. E tanto egli è lungi da potere essere
onorato in simili luoghi, che bene spesso egli vi è riputato
maggiore che non è in fatti, né perciò tenuto in alcuna stima.
Al tempo che, giovanetto, io mi riduceva talvolta nel mio piccolo
Bosisio; conosciutosi per la terra ch’io soleva attendere
agli studi, e mi esercitava alcun poco nello scrivere, i terrazzani
mi riputavano poeta, filosofo, fisico, matematico, medico,
legista, teologo, e perito di tutte le lingue del mondo; e m’interrogavano,
senza fare una menoma differenza, sopra qualunque
punto di qual si sia disciplina o favella intervenisse per
alcun accidente nel ragionare. E non per questa loro opinione
mi stimavano da molto; anzi mi credevano minore assai tutti
gli uomini dotti degli altri luoghi. Ma se io li lasciava venire
in dubbio che la mia dottrina fosse pure un poco meno smisurata
che essi non pensavano, io scadeva ancora moltissimo
nel loro concetto, e all’ultimo si persuadevano che essa mia
dottrina non si stendesse niente piú che la loro.
Nelle cittá grandi, quanti ostacoli si frappongano, siccome all’acquisto della gloria, cosí a poter godere il frutto dell’acquistata, non ti sará difficile a giudicare dalle cose dette alquanto innanzi. Ora aggiungo che, quantunque nessuna fama