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110 operette morali


dei presenti, né dei passati eziandio; solo perché degli uomini che ancora non sono, non possiamo avere alcuna contezza, né per pratica né per fama. Ma riguardando alla ragione e non all’immaginazione, crediamo noi che in effetto quelli che verranno, abbiano a essere migliori dei presenti? Io credo piuttosto il contrario, ed ho per veridico il proverbio che il mondo invecchia peggiorando. Miglior condizione mi parrebbe quella degli uomini egregi, se potessero appellare ai passati; i quali, a dire di Cicerone38, non furono inferiori di numero a quello che saranno i posteri, e di virtú furono superiori assai. Ma certo il piú valoroso uomo di questo secolo non riceverá dagli antichi alcuna lode. Concedasí che i futuri, in quanto saranno liberi dall’emulazione, dall’invidia, dall’amore e dall’odio, non giá tra se stessi, ma verso noi, sieno per essere piú diritti estimatori delle cose nostre che non sono i contemporanei. Forse anco per gli altri rispetti saranno migliori giudici? Pensiamo noi, per dir solamente di quello che tocca agli studi, che i posteri sieno per avere un maggior numero di poeti eccellenti, di scrittori ottimi, di filosofi veri e profondi? poiché si è veduto che questi soli possono fare degna stima dei loro simili. Ovvero, che il giudizio di questi avrá maggiore efficacia nella moltitudine di allora, che non ha quello dei nostri nella presente? Crediamo che nel comune degli uomini le facoltá del cuore, dell’immaginativa, dell’intelletto, saranno maggiori che non sono oggi?

Nelle lettere amene non veggiamo noi quanti secoli sono stati di sí perverso giudizio che, disprezzata la vera eccellenza dello scrivere, dimenticati o derisi gli ottimi scrittori antichi o nuovi, hanno amato e pregiato costantemente questo o quel modo barbaro; tenendolo eziandio per solo convenevole e naturale; perché qualsivoglia consuetudine, quantunque corrotta e pessima, difficilmente si discerne dalla natura? E ciò non si trova essere avvenuto in secoli e nazioni per altro gentili e nobili? Che certezza abbiamo noi che la posteritá sia per lodar sempre quei modi dello scrivere che noi lodiamo? se pure oggi si lodano quelli che sono lodevoli veramente. Certo i