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dialogo di colombo e di gutierrez 147


ignoto, o tutte o in parte, fossero maravigliose e strane a rispetto nostro. Ecco che noi veggiamo cogli occhi propri che l’ago in questi mari declina dalla stella per non piccolo spazio verso ponente: cosa novissima e insino adesso inaudita a tutti i navigatori; della quale, per molto fantasticarne, io non so pensare una ragione che mi contenti. Non dico per tutto questo che si abbia a prestare orecchio alle favole degli antichi circa alle maraviglie del mondo sconosciuto e di questo Oceano; come, per esempio, alla favola dei paesi narrati da Annone50, che la notte erano pieni di fiamme, e dei torrenti di fuoco che di lá sboccavano nel mare: anzi veggiamo quanto sieno stati vani fin qui tutti i timori di miracoli e di novitá spaventevoli, avuti dalla nostra gente in questo viaggio; come quando al vedere quella quantitá di alghe, che pareva facessero della marina quasi un prato e c’impedivano alquanto l’andare innanzi, pensarono essere in sugli ultimi confini del mar navigabile. Ma voglio solamente inferire, rispondendo alla tua richiesta, che quantunque la mia congettura sia fondata in argomenti probabilissimi, non solo a giudizio mio, ma di molti geografi, astronomi e navigatori eccellenti, coi quali ne ho conferito, come sai, nella Spagna, nell’Italia e nel Portogallo; nondimeno potrebbe succedere che fallasse: perché, torno a dire, veggiamo che molte conclusioni, cavate da ottimi discorsi non reggono all’esperienza; e questo interviene piú che mai, quando elle appartengono a cose intorno alle quali si ha pochissimo lume.

Gutierrez. Di modo che tu, in sostanza, hai posto la tua vita, e quella de’ tuoi compagni, in sul fondamento di una semplice opinione speculativa.

Colombo. Cosí è: non posso negare. Ma, lasciando da parte che gli uomini tutto giorno si mettono a pericolo della vita con fondamenti piú deboli di gran lunga, e per cose di piccolissimo conto, o anche senza pensarlo; considera un poco. Se al presente tu ed io, e tutti i nostri compagni, non fossimo in su queste navi, in mezzo di questo mare, in questa solitudine incognita, in istato incerto e rischioso quanto si voglia;