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258 operette morali


paese anche anticamente, senza che ne rimanga memoria. Dai poemi di Ossian si vede quanto gli antichi abitatori di quel paese fossero lontani dal concepire la nullitá e noia necessaria della vita assolutamente; e molto piú dal disperarsi e uccidersi per questo. Gli antichi celti e gli altri antichi si uccidevano per disperazioni nate da passioni e sventure, non mai considerate come inevitabili e necessarie assolutamente all’uomo, ma come proprie dell’individuo, perciò disgraziato e infelice e disperantesi. La disperazione e scoraggiamento della vita in genere, l’odio della vita come vita umana, non come individualmente e accidentalmente infelice, la miseria destinata ed inevitabile alla nostra specie, la nullitá e noia inerente ed essenziale alla nostra vita, insomma l’idea che la vita nostra per se stessa non sia un bene, ma un peso e un male, non è mai entrata in intelletto antico, né in intelletto umano avanti questi ultimi due secoli. Anzi gli antichi si uccidevano o disperavano appunto per l’opinione e la persuasione di non potere, a causa di sventure individuali, conseguire e godere quei beni che essi stimavano ch’esistessero.

Vedi anche il Dialogo di Plotino e Porfirio.

E nell’autogr. a p. 52, I. ultima, nota: Laertius, I, 12, Plato in fine Phaedri; — a pp. 55, I. 12, Parte primera de la Chronica del Perú de Pedro de Cieza de Leon, en Anvers 1554, con la minuziosa indicazione delle pagine.

pag. 157, I - 6: Bartoli, Missione al Mogor, pp. 59-63 (dell’ediz. di Roma, 1714).

ivi I. 7-10: Meursii, Opp., t. I, pp. 651-2; Forcellini in Menoeceus; Cicero, Tuscul., I, 48.

pag. 159. I - 23: Buhle, Storia della Filosofia, Milano, 1828, t. III, pp. 200-1, 206.

pag. 60, 1. 23: «Questo fatto è vero», come ha riportato nella sua nota.

DIALOGO D’UN FISICO E D’UN METAFISICO

23-25 novembre 1820, Z. 353 (I, 410):

Ho veduto le lezioni di un tedesco, il signor Hufeland, dell’arte di prolungare la vita, lezioni dettate da lui per una cattedra ch’egli occupava, dedicata espressamente a quest’arte. Prima bisognava insegnare a render la vita felice, e quindi a prolungarla.