Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/9

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STORIA DEL GENERE UMANO

Narrasi che tutti gli uomini che da principio popolarono la terra fossero creati per ogni dove a un medesimo tempo, e tutti bambini, e fossero nutricati dalle api, dalle capre e dalle colombe, nel modo che i poeti favoleggiarono dell’educazione di Giove. E che la terra fosse molto piú piccola che ora non è, quasi tutti i paesi piani, il cielo senza stelle, non fosse creato il mare, e apparisse nel mondo molto minore varietá e magnificenza che oggi non vi si scuopre. Ma nondimeno gli uomini, compiacendosi insaziabilmente di riguardare e di considerare il cielo e la terra, maravigliandosene sopra modo e riputando l’uno e l’altra bellissimi e, non che vasti, ma infiniti, cosí di grandezza come di maestá e di leggiadria; pascendosi oltre a ciò di lietissime speranze, e traendo da ciascun sentimento della loro vita incredibili diletti, crescevano con molto contento, e con poco meno che opinione di felicitá. Cosí consumata dolcissimamente la fanciullezza e la prima adolescenza, e venuti in etá piú ferma, incominciarono a provare alcuna mutazione. Perciocchè le speranze, che eglino fino a quel tempo erano andati rimettendo di giorno in giorno, non si riducendo ancora ad effetto, parve loro che meritassero poca fede; e contentarsi di quello che presentemente godessero, senza promettersi verun accrescimento di bene, non pareva loro di potere, massimamente che l’aspetto delle cose naturali e ciascuna parte della vita giornaliera, o per l’assuefazione o per essere diminuita nei loro animi quella