Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/149

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private, fanno cosa utile a queste sole: ma chi volgesse allo studio della virtú i signori della moltitudine, gioverebbe a questi e ai loro sudditi parimente, facendo agli uni la signoria piú sicura, agli altri la vita civile piú tranquilla e piú dolce. Prima dunque di tutto, si vuol chiarire qual sia l’ufficio del principe. Imperocché se avremo compreso bene la somma e il valore della cosa universale, avendo poi l’occhio colá, potremo meglio discorrere delle parti. Io credo che tutti sieno per consentire in questo, che il principe dèe, se la cittá è misera, liberarla dalla miseria; se in istato prospero, mantenervela; e di una cittá piccola fare una grande. Tutti gli altri negozi che accaggiono alla giornata, si debbono fare in rispetto di questi fini. Ora egli è manifesto alla bella prima che a quelli che deggiono poter fare le dette cose e di esse pensare e deliberare, non si conviene attendere all’ozio e alle agiatezze, ma studiare ogni via di dovere essere piú savi che altri. Perciocché non è dubbio alcuno che eglino tal regno avranno, quale si formeranno la propria mente. Onde a nessuno atleta è cosi richiesto esercitare il suo corpo, come ai principi l’animo, atteso che tutti i premi proposti in tutte le solennitá dei giuochi, a pigliarli insieme, non sono da quanto è una menoma parte di quelli per li quali a voi bisogna contendere ogni giorno. Le quali considerazioni ti deggiono muovere a por mente, e a sforzarti di avanzare gli altri in virtú quanto tu gli superi negli onori. E non ti pensassi che lo studio e l’industria, benché facciano frutto nelle altre cose, non vagliano perciò nulla a farci migliori e piú savi. Né volere attribuire alla condizione umana tanta infelicitá, che laddove essi uomini hanno trovato arti colle quali si dimesticano e si migliorano gli animi delle bestie, eglino tuttavia non possano fare alcun giovamento a sé stessi in quel che appartiene alla virtú; ma renditi certo che l’addottrinamento e la diligenza possono profittare agli animi nostri ; e perciò fa’ di usare coi piú assennati e piú savi di quelli che tu hai dintorno, e degli altri récati in corte quelli che tu potrai ; non voler trascurare nessun poeta famoso e nessun altro saggio, ma piglia ad ascoltare gli uni, degli altri