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Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/176

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170 moralisti greci

quella delle due ch’è tenuta per la peggiore, le cose mutarsi il piú delle volte in meglio, e per l’opposto da quella che mostra di essere la migliore, voltarsi in peggio. Esempi di ciò si possono raccôrre in grandissimo numero dalle cose private, dove le mutazioni sogliono essere frequentissime, ma piú manifesti e piú grandi si possono prendere da quello che si vede essere avvenuto a noi medesimi e ai lacedemoni. Imperocché noi dall’un canto, distruttaci dai barbari la cittá, per aver temuto e posto cura, conseguimmo nella Grecia il primo luogo. Dall’altro canto, poiché ci credemmo essere tanto forti da non poter essere superati, ci recammo a tale che per poco non fossimo ridotti in ischiavitú. Similmente i lacedemoni per antico, nati di terricciuole piccole e umili, vivendo modestamente e a uso di uomini di guerra, ottennero il Peloponneso. Poi leváti in troppa superbia e baldanza, e fatti signori della terra e del mare, vennero in quegli stessi pericoli che eravamo venuti noi.

Coloro per tanto i quali, comeché sappiano sí fatte grandissime mutazioni essere accadute, e grandissime potenze essere venute meno in sí piccolo spazio, pure si fidano del presente; per certo sono stolti: massime che la nostra cittá si trova oggi in molto minore stato che ella non si trovava al predetto tempo; e che la mala volontá dei greci verso di noi e la inimicizia del re di Persia, le quali allora ci vinsero, ora sono tornate in piede. Veramente io non so quale io mi debba credere delle due, o che a voi non caglia delle cose comuni né molto né poco, ovvero che quantunque elle vi sieno a cuore, voi siate ciechi e insensati di modo che non veggiate in quanto disordine sieno ora i fatti del comune. Imperocché voi siete pur quelli che avendo perdute tutte le cittá che tenevate nella Tracia, speso invano in gente d’arme forestiera piú di mille talenti, i greci pieni verso voi di mal animo, il barbaro inimico; oltre di ciò necessitati a salvare gli amici dei tebani, e perduti i vostri confederati propri; per queste sí fatte cose avete sacrificato due volte solennemente, come è l’uso per le buone novelle, e ne venite e ne state a consiglio