Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/179

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trario il detto stato, odiando e gastigando chi le facesse, rendeva i cittadini migliori e piú costumati. E una cosa conferí grandissimamente alla loro prosperitá, che prendendosi la egualitá civile in due modi, l’uno per quella che dispensa con una misura a tutti, l’altro per quella da cui ciascheduno riceve secondo il merito, essi non ignorarono quale delle due veramente fosse piú per giovare, ma riprovarono la prima, come non giusta, perciò che ella tratta i buoni e i malvagi in un modo, e l’altra elessero, la quale secondo il merito premia e punisce, e questa usarono al governo della cittá, non distribuendo i magistrati per sorte a qualunque si fosse indifferentemente di tutta la cittadinanza, ma preponendo a ciascuno ufficio i migliori e piú atti. Perocché stimavano che ancora gli altri sarebbono stati tali, quali fossero quelli che reggessero le cose pubbliche. Anche pareva loro che questa cosi fatta dispensazione dei magistrati fosse piú popolare di quella che si fa per sorte; considerando che in questa giudica il caso, e può spesse volte avvenire che i magistrati tocchino agli amatori della signoria di pochi, ma nella elezione de’ piú acconci, egli è in facoltá del popolo di scegliere quelli che maggiormente amano lo stato presente. Che tali fossero i giudizi della moltitudine, e che niuno volesse contendere per l’acquisto dei magistrati, nasceva dall’essere i cittadini assuefatti alla fatica ed alla parsimonia, non trascurare la roba propria e in un medesimo tempo uccellare all’altrui, non sostenere con le facoltá del comune le case loro, anzi delle facoltá proprie, sempre che bisognasse, sovvenire al comune; e non conoscere meglio i proventi degli uffizi civili, che quelli che ciascheduno ritraeva dalle cose sue. Ed erano per si fatto modo astinenti da quello del pubblico, che piú malagevole era a trovare a quei tempi chi volesse ricevere i magistrati, che non è oggi a trovare chi non li voglia. Imperocché stimavano che la cura delle cose pubbliche non fosse, come a dire, un traffico, ma un servigio che la persona presta alla comunitá; e non istavano insino dal primo giorno a cercare se mai per avventura quelli che erano stati per innanzi