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226 il martirio de' santi padri

che trattavamo i corpi de’ santi padri. Ora quanto si è a’ due fratelli infermi, l’uno d’essi, ciò è a dire Esaia, la sera del giorno vegnente passò di questa vita. L’altro, ciò fu il padre Saba, come quello che non portava molto pericolo dalla piaga ed era in isperanza di guarigione, rendeva grazie a Dio delle cose che gli erano intervenute, e stava pure di mala voglia, come e’ non fusse fatto degno della compagnia de’ Santi, e però piangendo diceva: ’ Sconsolato a me peccatore, sconsolato a me indegno del coro de’ santi Padri che sono morti per amore di Cristo! Imperciocché io sono stato rigettato in sulla undecima ora, e io ho veduto il porto del regno e io non sono entrato dentro’. Ancora diceva: e O Dio Padre onnipotente, il quale mandasti il tuo Figliuolo unigenito per la salute del mondo, il quale se’ buono e misericordioso, non volere che io sia scompagnato dalla schiera de’ santi Padri che avanti di me sono morti, ma si bene che io compia il quarantesimo novero de’ servi tuoi. O signore Giesú Cristo, esaudisci la mia orazione, il quale amai e seguitai te infino dall’ora del mio nascimento, avvenga che io mi sia peccatore e immondo E detto questo con tanto animo, rendette lo spirito a Dio quattro giorni di poi la morte de’ Santi, la quale avvenne il secondo di del mese di Tibi.

CAPITOLO QUARTO

Ora ecco, in quella che noi stavamo ancora con grande amaritudine e pianto della morte de’ Padri, venne uno Ismaelita dicendo come tutti i monaci dell’eremo piú addentro, il quale si chiama di Raitu, erano stati uccisi da’mori. Ed è il sito di questo eremo in sulla piaggia del Mare rosso, due giornate dal Monte santo; e avvi dodici fontane e settanta palme, secondo che dice la Scrittura, se non che elle oggi si veggono essere inultiplicate in processo di tempo. E dimandato colui del modo come egli erano stati uccisi, e quanti, rispuose che non sapeva, ma solo aveva udito dire che i monaci che nel predetto luogo abitavano, erano stati messi a morte. Veramente