Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/277

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dei costumi degl'italiani 271

insieme. Ora i costumi, le opinioni e lo stato propriamente antico favorivano, conducevano, e generavano il grande; ma quelli del tempo basso, in generale considerandoli, non hanno mai né favorito né prodotto niente di grande, né sono di natura da poterne produrre o da esser compatibili colla vera grandezza né dell’individuo né molto meno delle nazioni. È un falsissimo modo di vedere quello di considerar la civiltá moderna come liberatrice dell’Europa dallo stato antico. Questo falso concetto guasta generalissimamente il giudizio e il vero modo di pensare sulla storia e le vicende del genere umano e delle nazioni, ed è un errore o una svista sostanzialissima che turba e falsifica tutta l’idea che un filosofo può concepire in grande sulla detta storia e sui progressi o andamenti dello spirito umano1. Il risorgimento è stato dalla barbarie de’ tempi bassi, non dallo stato antico; la civiltá, le scienze, le arti, i lumi, rinascendo, avanzando e propagandosi non ci hanno liberato dall’antico, ma anzi dalla totale e orribile corruzione dell’antico. In somma la civiltá non nacque nel quattrocento in Europa, ma rinacque. Certo ella non fu totalmente conforme alla prima, anzi beaucoup s’en faut; le circostanze non lo consentirono allora, e ne l’hanno forse piú che mai allontanata in progresso, ed allontanano ogni di piú, ma in quanto ella ci rende diversi dagli antichi, si può forse molto dubitare se ella faccia un benefizio agl’individui e alle nazioni e se giovi alla felicitá, virtú e grandezza sí degli uni separatamente considerati e sí dell’altre considerate ciascuna in corpo e tutte insieme. Il grandissimo e incontrastabile beneficio della rinata civiltá e del risorgimento de’ lumi si è di averci liberato da quello stato egualmente lontano dalla coltura e dalla natura proprio de’ tempi bassi, cioè di tempi corrottissimi; da quello stato che non era né civile né naturale, cioè propriamente e semplicemente barbaro; da quella ignoranza molto peggiore e piú dannosa di quella de’ fanciulli e degli

  1. Nondimeno questo modo di vedere è molto comune, anzi universale, anche tra’ filosofi, almeno per l’ordinario ed abitualmente.