Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/30

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24 pensieri - xxxiii-xxxv

XXXIII.

Gl’ingannatori mediocri, e generalmente le donne, credono sempre che le loro frodi abbiano avuto effetto, e che le persone vi sieno restate còlte: ma i piú astuti dubitano, conoscendo meglio da un lato le difficoltá dell’arte, dall’altro la potenza, e come quel medesimo che vogliono essi, cioè ingannare, sia voluto da ognuno; le quali due cause ultime fanno che spesso l’ingannatore riesce ingannato. Oltre che questi tali non istimano gli altri cosí poco intendenti, come suole immaginarli chi intende poco.

XXXIV.

I giovani assai comunemente credono rendersi amabili, fingendosi malinconici. E forse, quando è finta, la malinconia per breve spazio può piacere; massime alle donne. Ma vera, è fuggita da tutto il genere umano; e al lungo andare non piace e non è fortunata nel commercio degli uomini se non l’allegria: perché finalmente, contro a quello che si pensano i giovani, il mondo, e non ha il torto, ama non di piangere, ma di ridere.

XXXV.

In alcuni luoghi tra civili e barbari, come è, per esempio, Napoli, è osservabile piú che altrove una cosa che in qualche modo si verifica in tutti i luoghi: cioè che l’uomo riputato senza danari, non è stimato appena uomo; creduto denaroso, è sempre in pericolo della vita. Dalla qual cosa nasce, che in sì fatti luoghi è necessario, come vi si pratica generalmente, pigliare per partito di rendere lo stato proprio in materia di danari un mistero; acciocché il pubblico non sappia se ti dèe disprezzare o ammazzare; onde tu non sii se non quello che sono gli uomini ordinariamente, mezzo disprezzato e mezzo stimato, e quando voluto nuocere e quando lasciato stare.