Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/319

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pompa, e forse da quello che diremo sará chiarito da vantaggio. Pomposo non mi pare che di tutti quegli oratori antichi, i quali ci è conceduto di leggere e giudicare da noi medesimi, si possa ordinariamente chiamare nessuno, fuori soltanto Cicerone: poiché Demostene, mentovato dagli antichi come fonte e specchio di gravitá, non è pomposo, eccetto, se volete, in alcuni luoghi, contuttoché s’accosti alla pompa quanto nessun altro greco; imperocché quel suo concitamento e quell’ardire e quel fuoco e quello strepito e quell’avventarsi e quel precipitare e segnatamente quel ripetere, che è stranissimo tra i suoi, fanno che se alcuno giá pratico dello scrivere dei greci, cosi viene per la prima volta a toglier Demostene, oltreché stupisce della gagliardia dell’oratore, creda subito di trovarci un non so che di non greco o di piú che greco: ma la gagliardia non è pompa, né il fervore né l’impeto, né la gravitá che con queste cose si congiunge; e possono stare senza la pompa, come la pompa alle volte potrá stare senza esse. Ho detto della gravitá, «che con queste cose si congiunge», avendo rispetto a quello che ora comunemente s’intende per gravitá in materia di discorso; ma se avessi voluto adoperare questo vocabolo nel senso che spesso l’adoperavano gli antichi, avrei detto che in queste cose principalmente consiste, cioè nella gagliardia e nell’impeto e in cose tali: perché i latini ragionando d’eloquenza, solevano colla voce grazntas significare non questo che noi intendiamo per «gravitá», e che i greci chiamavano oepvóxTixa, o piu veramente non questo solo, ma quella proprietá che dai greci era detta Bsivóxyjg, e massimamente era riposta nella forza e nella veemenza: e di questa presso i greci era il capitale e piú solenne esempio Demostene del quale dice Cicerone mW Oratore che nessuno fu piú c grave» ; di maniera che ^ Ay]|íooOívous 5 eivóxy]s andava per le bocche degli uomini non altrimenti che ■#) ‘0[iT;poo aocpicx o vero IlXccxeovoc jieYaXocppoaúvrj. Laonde io non discredo che san Girolamo e Sidonio, dove accennano la gravitá di Frontone, vogliano dinotare questa qualitá, che è insomma quella primaria qualitá di Demostene che io ho descritto poco sopra e che tanto s’ammira e si celebra: e, dato che io m’apponga, anche converrá dire che san Girolamo e Sidonio concordano in certa guisa con Mamerto, assegnando a Frontone una proprietá vicinissima alla pompa; se bene a ogni modo non ne discorderebbero attribuendo a Frontone la gravitá la quale, intendasi pure questo vocabolo come ora s’usa, difficilmente desidererassi dovunque la