Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/344

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Murco. Certo che schizzar fuori l’anima a forza di pugnalate non è mica una disgrazia.

Filosofo. Non è disgrazia che pianga nessuno. La gente piange quando il tiranno sta male, e ride quando è morto.

Murco. Quando anche non fosse morto, non occorreva che tu fingessi in presenza mia che ti sono amico da gran tempo.

Filosofo. Mentre il tiranno è vivo, non bisogna fidarsi di nessuno. E poi ti corre voce d’essere stato amico di Cesare.

Murco. Come sono tutti gli amici dei tiranni. Il fatto sta che di Cesare in quanto Cesare non me ne importa un fico; e per conto mio lo potevano mettere in croce o squartare in cambio di pugnalarlo, ch’io me ne dava lo stesso pensiero. Ma mi rincresce assai che ho perduta ogni speranza di fortuna, perch’io non ho coraggio, e questi tali fanno fortuna nella monarchia, ma nella libertá non contano un’acca. E il peggio è che mi resta una paura maledetta. Se li porti il diavolo in anima e in corpo questi birbanti dei congiurati. Godevamo una pace di paradiso, e per cagion loro eccoci da capo coi tumulti.

Filosofo. Ma queste son parole da vigliacco. La libertá, la patria, la virtú ecc. ecc.

Murco. Che m’importa di patria, di libertá ecc. Non sono piú quei tempi. Adesso ciascuno pensa ai fatti suoi.

Filosofo. Lo so meglio di te, ma certe cose non vanno dette in piazza.

Murco. E in piazza e in tribuna e dovunque. Questo non è il secolo della virtú ma della veritá... La virtú non solamente non si esercita piú col fatto (levati pochi sciocchi), ma neanche si dimostra colle parole, perché nessuno ci crederebbe. Oh il mondo è cambiato assai. L’incivilimento ha fatto gran benefizi.

Filosofo. Sta a vedere che costui mi vuol fare il maestro di filosofia. Murco mio caro, questi insegnamenti noi gli abbiamo su per le dita. La filosofia non è altro che la scienza della viltá d’animo e di corpo, del badare a sé stesso, procacciare i propri comodi in qualunque maniera, non curarsi degli altri, e burlarsi della virtú e di altre tali larve e immaginazioni degli uomini. La natura è gagliarda, magnanima, focosa, inquieta come un ragazzaccio; ma la ragione è pigra come una tartaruga, e codarda come una lepre. Se tutto il mondo fosse filosofo, né libertá né grandezza d’animo né amor di patria né di gloria, né forza di passioni né altre tali scempiezze non si troverebbero in nessun luogo. Oh filo-